Disegna liberamente ciò che non ti puoi permettere. Quando poi ti obbligano a mettere colori e linee tutti in fila, ti blocchi tutto e nulla ha più un senso.

Per fortuna poi ti invitato a eseguire quel che provi liberamente. E questo diviene un incontro fortunato, riprendi a fiorire nei racconti per immagine.

Continui a studiare in un luoghi dove ti chiedono di creare dei pannelli per delle pareti. “Perché pannelli e non tutte le pareti? E perché solo con colori e pennelli?”

I sogni a volte son molto forti ed un po intimi, si imprimono quindi su tavole fuori da occhi giudicanti. Legarsi al tempo e al luogo può costituire un limite.

Così le plastiche di scarto, pezzi di cellofan e nylon monocromi e sovrapposti, finiscono sulle lastrine delle diapositive e i filtri polarizzanti in movimento, producono delle animazioni informali permanenti e mutevoli, accompagnate da un suono minimale ( molti anni dopo nella "rivoluzionaria" ricerca di trasparenze ed essenzialità, questi giochi divengono parte di performance, amici e cultori trascorrono una piacevole serata al bastione fiorito del castello ).

Il tempo non é ancora giunto, il fine a se stesso s'inverte e il sociale divenne totalizzante, l’agitprop prevale e i colori, i suoni si trasferiscono nelle scuole, nei quartieri di periferia e nei manicomi.

Ma tutto questo finisce presto, bastò moltiplicare le Tv per ottenere ciò che con bombe, rapimenti e stragi non era stato possibile ottenere e la società muta profondamente.

Così i segni, tornarono sempre più forti e decisi, pensando al: Che fare? Si progetta cercando di uscire dalla morsa e dal grigio, ma i segni erano troppi e rischiano di essere confusi, così vengono coperti e zittiti. Rimane il colore che divenne ordinato su tavolette, sottolineate non più da segni ma da inserti in MDF e la musica torna nuovamente, appena percepibile e minimale, da costringerti al silenzio e all'osservazione. I segni su carta a metro, vengono offerti per terra.

Il luogo ed il tempo non prescinde dalla sua fruizione.

Die Zeit, die Welt diviene una costante unito alla necessità di ridurre il superfluo, ovvero la spazzatura, primario problema del pianeta a causa dell'attuale modalità di sviluppo. Così la trasportabilità collegata al problema della leggerezza divengono altri argomenti affrontati. Così, i lavori vengono ridimensionati. Facili da trasportare con colori non fissati da consentire il loro riutilizzo. Il tempo limitato per segni e colori allunga di molto la vita del supporto, il rimando alla fugacità della nostra presenza sul pianeta è superfluo e scontato: Lo.Li.Ta.

Così, l’Arte e la Cultura del consumo è mutevole rispetto ai bisogni creati dallo spettacolo e dalla comunicazione. La critica diviene la principale protagonista, fino a dimostrare come il vero ed il falso siano relativi. Così come il fuori non determina il dentro, anche se generato dagli ideali più alti.

Il lavoro continua, non so dove non so quando, impalpabili mattoni si accostano uno sull’altro. Così la cattedrale dell’anima di un "non indifferente" prende forma.

Mentre "I take a walk to think", diviene una performance permanente che non necessità di tempo e luogo.