Trasparenze

A conclusione di alcuni "momenti di ricerca", quali le trasparenze, i quadri celati e i segni rivelatori, Renzo Grigolon ne sintetizza le tracce secondo regole e trasformazioni ben definite che organizzano su basi logiche rigorose i sintagmi strutturali del linguaggio figurativo.

Lo si può leggere agevolmente in tutte le opere esposte e in particolar modo nel polittico centrale, dove le sequenze a campitura mai piatta (inchiostro stilografico, acrilici ed  ecoline), nello avvolgersi interno del colore, aggregano stabilmente le esperienze di recenti sue performances.

e, di seguito: i tratti regolari di pasta lignea plastificata (MD) spostano la marcatura del livello lessicale dalla materia cromatica a quella plastica tridimensionale. Non basta. Variamente collocate nella dispositio retorica del discorso, le fasce orizzontali vengono a riferirci che ogni opera non è un insieme chiuso, ma si aggancia al contesto culturale, sia esso il luogo deputato all'esposizione o la prospettiva generale del "sistema dell'arte". Contesto da aggredire polemicamente, invadendo lo spazio reale con altra fascia, di proporzioni allusivamente maggiori, s'intende; questa sì lotizzabile, metafora di un lavoro vendibile " a metro" tanto quanto fanno i mille artisti triestini, tutti di sicura, ma centripeta genialità.

Affiora così l'impegno sociale e politico, a cui l'uomo, il docente non ha mai voluto rinunciare, convinto che il"fare arte" sia anche studio, didattica partecipata e piacere di comunicare. A conferma che questo è il trinomio costitutivo dell'idea forte di artista.

Se poi appaiono le conoscenze storico figurative e i dichiarati riferimenti ideali a Klee e a Rothko, se si propone una revisione dei rapporti faresapere della Nuova Pittura per affermare l'istanza morale "in uscita" dei dati analitici della ricerca, ben vengano i collegamenti "giovani" con la musica.

Grigolon infatti, non insegue la favola romantica del primato delle melodie ispiratrici, ma la compresenza di affinità logico-strutturali nei ritmi quantitativi di Brian Eno e della musica "da parati" ; a ricordarci che la pittura, fatta di "momenti di pensiero", mai rinuncia ai valori decorativi e a generar piacere.

 Gianfranco Sgubbi